Nella lettera agli Ebrei ( 13,7) vi è un ammonimento che è sempre di attualità, questo: Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede. In parole moderne potremmo dire: Ricordatevi dei vostri parroci che vi hanno annunciato il Vangelo, che vi hanno trasmesso la Grazia di Dio mediante i Sacramenti.
E noi oggi siamo qui proprio per ricordare un parroco, un grande parroco di Sorisole, Giovanni Antonio Rubbi che ebbe una vita lunga, 92 anni, però di quegli anni, 45 li ha passati qui a Sorisole e durante quei 45 anni tutto il suo cuore è stato per Dio e per i suoi parrocchiani, tutte le sue energie sono state per Dio e per i suoi parrocchiani di Sorisole, tutto il suo tempo è stato dedicato a Dio e ai suoi parrocchiani e a tutti quelli che, al di fuori della parrocchia, venivano qui da lui a chiedere una benedizione, a chiedere preghiere o venivano da lui a confessarsi. E ’un parroco che la gente ha molto stimato, ha molto apprezzato e ancora quando era in vita la chiamavano Ol preost sant, per dire una bellissima figura di parroco; direi che fa parte di tanti parroci bergamaschi ma spicca su di loro per alcune doti che lui aveva.
Innanzitutto era un uomo di Dio, un grande uomo di Dio; per lui Dio non era soltanto un’idea ,soltanto un concetto, ma per lui Dio era tutto ,Dio il nostro Creatore, Creatore di tutto quello che esiste e soprattutto Dio è un Padre che ci vuole bene, un Padre che ci perdona proprio perché ci vuol bene, un Padre che si lascia anche respingere perché rispetta la nostra libertà ma poi ci attende, ci attende come ha atteso san Pietro al canto del gallo o come ha atteso san Paolo sulla via di Damasco. E questo è un grande insegnamento che ci viene da questo parroco perché dobbiamo riconoscere che Dio ha poco posto nei pensieri e nei cuori degli uomini e delle donne del nostro tempo. Si pensa di poter realizzare qualche cosa di bello, qualche cosa di grande o almeno qualche cosa di giusto anche senza Dio ma senza Dio non si migliora se stessi, non si realizza se stessi e non si migliora la società; sì è vero che questo mondo, questa città terrena si può costruire anche senza Dio ma costruendo questa città terrena senza Dio, come diceva il Beato Paolo VI, si finisce per costruire questo mondo terreno contro il nostro vero bene e quindi questa lezione del concetto di Dio che don Rubbi aveva è una lezione di cui il nostro tempo ha grande bisogno, perché se si prescinde da Dio non si riesce più a trovare il consenso sui valori sui quali costruire il futuro, i valori sui quali edificare la società del futuro.
Don Rubbi fu un uomo di grande preghiera, di grande devozione alla Madonna e anche le sue benedizioni normalmente le impartiva dall’altare della Madonna. Quelli che venivano da lui perché afflitti da tanti problemi, da tanti mali, che venivano da lui perché malati, con problemi vari di salute , lui li portava davanti all’altare della Madonna, pregava con loro, invocava l’intercessione della Madonna e poi li benediceva.
Ma la caratteristica che la giornata di oggi, la giornata della Divina misericordia, ci obbliga un po’ a ricordare di lui è soprattutto questa: di essere stato un grande ministro della misericordia del Signore. La misericordia fa parte del centro del Vangelo; le pagine più belle del Vangelo sono proprio quelle che ci parlano della gioia di Dio per il ritorno del figliol prodigo o per la pecorella smarrita e ritrovata. Tutti i papi hanno parlato della misericordia ovviamente; papa Roncalli quando ha inaugurato il Concilio Vaticano II ha voluto dire che tutte le sue preferenze erano per la medicina della misericordia e non certamente per la severità e per le punizioni. Giovanni Paolo II volle dedicare al tema della misericordia di Dio la sua seconda enciclica, tutta una enciclica sulla misericordia e volle che la domenica dopo la Pasqua, che all’Oremus incomincia proprio con le parole: O Dio di eterna misericordia, fosse dedicata alla misericordia del Signore e papa Francesco , come tutti sapete, ha fatto del tema della misericordia il centro del suo insegnamento fin dai primi giorni e sempre ci sta ricordando che Dio è sempre disposto a perdonarci; però perché il perdono di Dio sia applicato a ciascuno di noi abbiamo bisogno di due condizioni: riconoscere le sbaglio fatto, riconoscere il nostro peccato e il proposito, la volontà di non cadere più.
E don Rubbi fu un grande confessore, un grande confessore perché era convinto che noi uomini e donne non possiamo essere nella vita veramente felici senza il perdono di Dio, perché sbagli ne facciamo sempre, peccatori lo siamo ed ecco allora l’importanza di questo perdono . Per questo è stato un grande confessore sempre a disposizione delle persone ,e cercava di essere sempre a disposizione per confessare quanti volevano qui o che venivano da fuori della parrocchia a confessarsi perché era convinto sì che è importante che un prete parli bene, predichi bene però era convinto che è nella Confessione che si decide la sorte delle anime ;per questo è stato un grande confessore, un confessore che incoraggiava a riprendersi e la Confessione ha proprio questo grande vantaggio, che ci aiuta a ricominciare di nuovo. E nel ricordarlo, a distanza del suo periodo, lui il periodo in cui è stato parroco qui è il 1700, quindi un periodo lontano da noi ,ma il suo insegnamento è ancora valido e quindi il ricordo che vorrei dare di questa giornata è proprio questo: continuate a ricordarvi di questo grande parroco, continuate a cogliere quelli che sono gli insegnamenti che lui ha dato e che sono l’insegnamento fondamentale della Chiesa. E poi vorrei che questa giornata ci aiutasse anche a guardare al sacerdote, al parroco con gli occhi della fede, con la luce della fede. Oggi vediamo che il sacerdote è ricercato non solo qui da noi ma vedo che anche in tutte le parti del mondo il sacerdote è desiderato, è benvoluto; è desiderato spesso proprio perché è un uomo per gli altri e dobbiamo riconoscere che don Rubbi fu davvero un uomo per gli altri, cioè il suo tempo era per Dio prima di tutto , ma poi tutta la sua vita dedicata agli altri, dedicata al bene degli altri. Quindi si apprezza del sacerdote il fatto che si occupa di educare la gioventù, si occupa di visitare gli ammalati , di essere vicino alle persone che soffrono, di interessarsi dei poveri, di interessarsi dei vari problemi; quando non si sa a chi ricorrere si finisce per ricorrere al sacerdote, e direi che il servizio sociale che il sacerdote rende è certamente grande. Però non è questa la caratteristica del sacerdote e non è questa la caratteristica che distingueva quel parroco che già la gente chiamava santo: la caratteristica di don Rubbi e di ogni sacerdote è di essere uomo di Dio, uomo che parla a Dio nella preghiera, e il sacerdote è uno specialista della preghiera; oggi in tutte le cose si cerca lo specialista. E in che cosa è specialista il sacerdote? Nella preghiera. La Chiesa gli affida la preghiera liturgica, gli affida anche la recita del breviario nel quale il sacerdote prega sì per sé ma prega anche per tutti i fedeli a lui affidati.
E quindi anche il nostro don Rubbi fu un sacerdote che ha parlato con Dio nella preghiera a vantaggio di tutti, ma poi ecco dopo aver parlato con Dio il sacerdote è l’uomo che parla di Dio agli uomini e alle donne di oggi. Compito proprio del sacerdote è questo: parlare di Dio, aiutare le persone a mettere Dio al centro della propria vita, a mettere Dio al centro anche dei propri pensieri e quindi la giornata di oggi che ci parla della misericordia ci ricordi questo grande confessore, ci ricordi che è stato un grande ministro della misericordia di Dio. La giornata di oggi ci aiuti a continuare a ricordare questo santo sacerdote e sono molto lieto per questo Centro Studi che è stato istituito nei suoi riguardi e sono anche lieto che si pensi a iniziare la procedura per la sua beatificazione perché mi sembra davvero un esempio a cui guardare. Don Rubbi mi sembra un esempio, un modello a cui ispirare la propria vita e soprattutto don Rubbi interceda per noi dal cielo, interceda per questa parrocchia che lui ha amato e che ha servito per 45 anni.