Quando nell’ottobre del 2001, a pochi mesi dalla mia ordinazione sacerdotale, fui mandato dal Vescovo a Sorisole come Vicario Parrocchiale e Direttore dell’Oratorio, una delle prime cose che mi colpì fu la figura del parroco don Antonio Rubbi, in paese confidenzialmente appellato… “ol Preost sant”.
Fui molto sorpreso dal fatto che questo sacerdote così lontano nel tempo e, ad una lettura superficiale, pure cosi distante dai nostri stili e metodi pastorali contemporanei, fosse ancora profondamente amato dai sorisolesi, anche da quelli più giovani.La mia passione per la storia mi portò da subito ad approfondire la conoscenza di questo ministro di Dio, con una lettura attenta dell’unico libro che allora circolava in Parrocchia.
Ma non furono tanto le parole scritte che mi appassionarono nel tempo alla figura di quel prete. Infatti furono soprattutto i vari aneddoti che la gente “comune”, di giorno in giorno e di anno in anno, mi trasmetteva circa gli insegnamenti e la santità di quel Prevosto lontano.
Compresi insomma che mi trovavo davanti una figura “viva”! Non un polveroso ricordo da libri di storia; un uomo vivo che, proprio come è tipico nella devozione verso i santi, era ancora considerato presente e quindi attivo nella vita della Comunità e delle famiglie in genere e soprattutto delle persone nei momenti non facili che la vita spesso riserva.
Don Rubbi era come un fratello maggiore e forse ancor più come un padre! Lo si citava spesso con venerazione ma pure con orgoglio. Un vanto della Parrocchia, sentito ancora partecipe della vita di ogni giorno.
Spesso durante l’anno ricevetti richieste di celebrare Messe di ringraziamento proprio in onore del “Preost sant”; più volte mi fu chiesto di impartire davanti al suo sepolcro benedizioni particolari per la salvaguardia della salute.
Ricordo in particolare un anno in occasione del Natale, fu portato davanti alla sua tomba da mani anonime un alberello tutto agghindato con denaro ripiegato con cura a forma di addobbi natalizi; ai piedi di quella singolare composizione c’era la scritta “grazie”. Restai veramente sorpreso da quell’insolito gesto, ma certamente la scritta, accompagnata dalla cospicua offerta di denaro presentata davanti alla lapide, ribadiva in maniera semplice e chiara la devozione profonda che un anonimo devoto nutriva verso l’uomo di Dio. E ancora non posso dimenticare altri due “momenti forti” che durante il mio quinquennale ministero a Sorisole mi aiutarono a comprendere quanto radicato fosse l’amore del paese verso il suo antico Prevosto.
Durante il Natale del 2002, con i giovani che con me collaboravano nella gestione dell’Oratorio, si decise di preparare una Veglia di preghiera ispirata ad alcune figure di Santi. Bene ricordo come insieme a san Francesco, da sempre Santo amato dai giovani, mi fu suggerito di inserire la figura di don Rubbi come “Santo locale”.
Un secondo episodio riguarda ancora la vita dell’Oratorio e quindi le nuove generazioni. Al mio ingresso in Parrocchia ebbi il desiderio di far realizzare un logo che sintetizzasse graficamente l’Oratorio e le sue molteplici attività formative ed educative. Passai l’idea all’intera Comunità e chiesi ad artisti locali di presentare un loro bozzetto, che poi i ragazzi della catechesi con gli adolescenti e i giovani avrebbero valutato e scelto con votazione segreta durante un pomeriggio festivo di animazione. Arrivarono parecchie proposte ma soltanto in una si richiamava in modo esplicito la figura di don Rubbi…
Ebbene con sorpresa di molti, i giovani votanti scelsero l’unico logo che mostrava in maniera inequivocabile il Rubbi come guida nel cammino di crescita umana e cristiana delle nuove generazioni.
Il logo scelto mi risulta che a tutt’oggi sia l’emblema dell’Oratorio di Sorisole.
Potrei proseguire ancora con altri aneddoti ed episodi che certamente aiuterebbero a comprendere la devozione sempre viva verso questo prete… ma mi fermo qui.
Semplicemente aggiungendo che anch’io in questi anni ho avuto la grazia di sperimentare in circostanze non facili del mio ministero, i benefici della figura paterna di questo santo sacerdote bergamasco. E posso affermare che anche grazie a lui sono riuscito a superare alcuni momenti duri legati alla non facile virtù dell’obbedienza. Virtù da me sempre implorata dal Signore attraverso l’intercessione di don Antonio Rubbi, pastore innamorato di Dio e sempre obbediente alla Chiesa!