Sono stato parroco a Sorisole per otto anni, dal 2005 al 2013.
Prima di questo incarico non conoscevo nulla della vita di questo parroco don Rubbi, che per la gente rimane “ol preost sant”. E’ stato mio desiderio e impegno informarmi bene di questa figura, perché sono certo che lo stile di vita e di fede di una parrocchia è plasmato dai suoi parroci, specialmente da quelli più significativi. Per questo motivo condivido la definizione di santità espressa da Mons. Gianni Cazzaniga: “La santità è un pezzo di Cielo che splende nel cuore di un uomo e lascia un segno, costruendo la storia di un popolo” (dal libro Nelle grazie di Dio, pag.5).
Se volevo conoscere la mia gente di Sorisole, dovevo conoscere la figura di don Rubbi. Non intendo proporre discorsi teorici o riflessioni dai documenti già studiati, ma voglio solo testimoniare quello che ho visto in questi anni di mia permanenza a Sorisole.
Quasi ogni mese il sacrista della parrocchia mi consegnava una banconota da 50€ che trovava nella cassetta delle elemosine posta sopra l’urna di don Rubbi e mi diceva: “Quando c’è una moneta come questa significa che una persona della Comunità o forestiera aveva ottenuto una Grazia o un aiuto particolare da don Rubbi”. Era un modo anonimo di esprimere il ringraziamento a Dio. Questo significa che per tanta gente Don Rubbi rimane ancora oggi un punto di riferimento vivo nei momenti gioiosi o difficili della vita.
Ogni anno veniva celebrata con particolare solennità e partecipazione della gente la ricorrenza della morte di don Rubbi.
Alla sera del 15 marzo c’era sempre una messa solenne con la riflessione specifica di un aspetto dell’apostolato di don Rubbi da parte di un Rev.do Mons. della Curia di Bergamo. C’erano quindi eventi culturali con la presentazione di un libro o di conferenze con sacerdoti esperti di storia ecclesiastica.
Una delle prime decisioni del Consiglio pastorale parrocchiale è stata quella di istituire un “Centro studi Don Rubbi”, costruendo un locale apposito per raccogliere studi, testimonianze e ricordi riguardanti la figura e l’opera taumaturgica-caritativa di don Rubbi. Un gruppo di persone si è reso disponibile per portare avanti il compito di analizzare i vari aspetti, curare le ricerche e organizzare iniziative per tener viva la memoria nella comunità parrocchiale. In occasione della festa patronale di San Pietro il sagrato della parrocchia era “abitato” da varie figure che rappresentavano la vita di don Rubbi.
Nel mese di luglio c’era sempre la processione parrocchiale dal Col Ronco alla cappella “morti della calcherà”, passando dal fontanino di don Rubbi.
I Frati Cappuccini di Bergamo, Borgo Palazzo, dopo la proclamazione del Beato Tommaso da Olera, frate cappuccino, organizzavano delle marce per collegare le figure di Fra Tommaso da Olera con il parroco don Rubbi a Sorisole, perché secondo loro, don Rubbi, quando era parroco a Monte di Nese, confinante con Olera, aveva letto e appreso lo spirito di questo frate cappuccino, che era semplice, ma infiammato dal fuoco dell’amore di Dio ed era stato guida spirituale di governanti e Principi d’Austria.
Questi pochi frammenti citati possono essere l’indizio sicuro per ritrovare oggi la densità di una storia splendida e che aiutano a tener viva una memoria importante.
Il cristianesimo è la celebrazione quotidiana dell’evento salvifico di Cristo, che diventa Parola ed eucaristia oggi per comunicarci la sua vita divina. Anche la memoria di don Rubbi rientra in questo spirito di aiuto per incontrare, attraverso lui, l’Amore misericordioso di Dio, che sempre ci avvolge.
don Giuseppe Minelli