Muovere i primi passi della vita da prete in un paese solare e ricco di storia come lo è Sorisole, ha segnato profondamente la mia vocazione sacerdotale. Nel 1993 mi venne chiesto dal Vescovo Roberto Amadei di rendermi disponibile ad affiancare l’allora nuovo parroco di Sorisole. Non sapevo ancora chi fosse, ma il giorno in cui incontrai don Giancarlo Bresciani, che nei tratti somatici mi ricordava il Parroco Santo di Sorisole don Rubbi, mi sentii in dovere di non sottrarmi al compito. Ero perplesso ma fu don Giancarlo che dopo avermi incontrato disse al vescovo che mi voleva con lui a Sorisole. Già da seminarista e diacono, da più quattro anni frequentavo il Patronato San Vincenzo a Sorisole e da subito due figure storiche del territorio mi affascinarono: don Antonio Rubbi, ol Preost Sant e don Giuseppe Vavassori, da tutti chiamato ol don Bepo.
Gli anni di ministero a Sorisole furono intensi e segnati da queste figure di sacerdoti, quasi fossero l’uno il ripresentarsi nella storia della vita dell’altro.
Da giovane prete ero permeato dal fascino della figura del Preost Sant e spesso li in chiesa accanto all’altare della Madonna, dove con don Giancarlo pregavamo insieme il breviario, affidavamo il nostro ministero all’intercessione del Preost Sant. Quasi ogni nostra giornata iniziava e si concludeva lì a due passi dalla tomba del Preost Sant.
Ricordando gli anni di Sorisole non riesco a pensare o immaginare un solo istante dove la figura straordinaria e imponente nella sua semplicità e umiltà del Preost Sant il don Rubbi non fosse presente. Bastava fermarsi per un po’ di tempo in chiesa e un andirivieni di persone, mamme, anziani, nonne con i bambini, malati, nella penombra del luogo sacro si avvicinavano alla tomba di don Rubbi, chi accendendo un lume, chi sfiorando con delicata carezza la sua immagine sulla lapide, nel profondo silenzio si affidavano chiedendo un aiuto.
Pensare che nonostante siano trascorsi tre secoli la devozione è inalterata come nei giorni in cui don Rubbi ancora serviva la sua comunità è a dir poco straordinario. Si potrebbe pensare che una siffatta devozione sia retaggio di pochi, ma non è così. A Sorisole non c’è casa, stanza, stalla, androne o cantina dove da qualche parte, sulla porta o in un piccolo altarino, nell’angolo di una stanza o semplicemente li appoggiato su di una mensola nella cucina non si trovi un immagine di Don Rubbi ol Preost Sant. Veramente tutto questo fa pensare, ma ancor di più nel mio ministero a Sorisole mi stupiva come i ragazzi e i giovani facessero riferimento al Don Rubbi. Tutti ne conoscevano la figura e spesso confidavano di aver chiesto un piccolo aiuto per gli impegni scolastici o per una verifica al loro Preost Sant. Tutto questo diventava spesso motivo di dialogo con don Giancarlo con il quale decidemmo di vivere un intero anno pastorale alla riscoperta della spiritualità di don Antonio Rubbi. Fu un anno straordinario sia per la partecipazione di tutte le componenti della comunità, sia per ciò che si rese evidente da subito. Ricordo la giornata penitenziale che culminò con il cammino da Sorisole a Spino al Brembo sulle orme del percorso che don Rubbi faceva per recarsi ad incontrare nella confessione la misericordia del Signore. Per la gente di Sorisole, don Antonio Rubbi è da sempre stato da subito santo, è il Preost Sant. Anche per la mia formazione e la vita spirituale don Rubbi ha segnato profondamente la mia spiritualità. Don Rubbi prete per la gente, tra la gente, prete povero tra i poveri e per i poveri, uomo di Dio e dedito a Dio, che ancora oggi insegna che vivere il Vangelo si cela nell’abbracciare la strada della Semplicità, vivendo ogni istante della vita da cristiani: voler bene al Signore e fare il bene.
Si, don Antonio Rubbi ancora oggi ci insegna, indicando nella semplicità della sua figura, una via per la santità. Per questo ritengo che sia una figura di prete da indicare al mondo come esempio da seguire e imitare: si, un Santo per tutti.
don Francesco Giuseppe Mangili