Carissimi confratelli sacerdoti e voi amici di Sorisole, con il cuore ancora gioioso e riconoscente per la sorpresa che il Signore ci ha fatto con il dono di Papa Francesco, ci siamo dati convegno qui nella nostra bella prepositurale per commemorare il pio transito del nostro “Preòst Sant”, Don Antonio Rubbi, avvenuto il 15 marzo 1785, esattamente 228 anni or sono.
La vostra paziente carità mi conceda, questa sera, di proporvi tre impressioni e riflessioni personali.
1 – Il mistero di ogni vita…
Meditando sulla figura di Don Rubbi, e confrontandola con la mia vita, con le vicende di qualsiasi altra persona, e, in questi giorni, con il neo eletto Papa Francesco, doni che ci testimoniano che Dio non si dimentica di nessuno e che continua ad amare il suo popolo, vengo subito preso dal senso del mistero. Ogni vita è un mistero!
- Mistero della bontà infinita del Signore che chiama ogni essere vivente, e, in particolare, ogni uomo ad essere la manifestazione della sua “gloria”, cioè della sua più intima identità, della sua pienezza di essere e di vita (1).
- Ogni uomo è “immagine e somiglianza” (2) della “gloria” di Dio: “O uomo, non c’è paragone di valore tra te e l’oro: questo è materia lucente, ma tu sei fatto a immagine di Dio per essere illuminato da lui. Anche l’oro è cosa creata da Dio, non però a sua somiglianza, come sei tu; il Creatore stesso dunque pose l’oro al di sotto di te…” (3).
- Mistero, ancora più profondo e mirabile, della bontà infinita del Signore che chiama ogni essere vivente, e, in particolare, ogni uomo ad essere “consorte – partecipe della natura divina” (4), cioè ad “essere conforme all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli” (5): “Gesù Cristo rifece nuovo l’uomo vecchio e lo chiamò sua propria immagine fin dall’inizio…; ecco come ha mostrato l’amore che aveva verso di te…: Dio non lesina i suoi beni, lui che per la sua gloria ha fatto di te un dio” (6).
- Mistero, dunque e finalmente, perché “la fisionomia e l’impronta che ci caratterizza è quella di Dio” (7): ogni uomo è “immagine e gloria di Dio” (8), “è la sede in cui si raccoglie tutta la sapienza e la potenza di Dio” (9), ed “ha bisogno della comunione con Dio: la gloria dell’uomo consiste nel perseverare al servizio di Dio…, fino ad ottenere la vita, l’incorruttibilità e la gloria eterna” (10).
- Mistero che ci fa esclamare con il Salmista: “Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno” (11).
2 – … nella grazia e nelle grazie di Dio…
E’ questo il primo e più profondo significato del titolo del volume che è stato preparato da Roberto Belotti e Ivonne Sensi per fissare sulla carta e soprattutto nell’intimo dei nostri cuori quale era l’aspetto fisico e spirituale di Don Rubbi, quale vita conduceva, quali furono il tempo e il luogo in cui parlò ai nostri padri, ai padri di noi di Sorisole, quali e come erano i discorsi che teneva al popolo e le modalità con cui discorreva dei suoi intimi rapporti con il Signore.
- Don Rubbi è stato un dono di Dio ai suoi genitori; un dono che il Signore ha riservato a sé; un dono che si è fatto dono alla Chiesa, in particolare alla nostra comunità.
- Quel bambino, nato a Podrecco di Zogno il 29 settembre 1693, fu subito portato al fonte battesimale: fasciato dalla sfolgorante luce della Trinità, fu introdotto nel suo splendore soprannaturale, venne generato alla vita del Padre, nel Figlio suo Gesù Cristo, per opera dello Spirito Santo nel seno della Santa Madre Chiesa; venne poi allevato e formato nella dottrina cristiana, nutrito dal pane celeste rafforzato dal Sacro Crisma che lo fece soldato di Cristo e consacrato suo ministro per sempre: ecco il mistero di Don Rubbi, creatura di Dio, figlio di Dio in Gesù Cristo mediante la grazia santificante.
- Tutto questo “A Domino factum est et est mirabile in oculis nostris = è opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi” (12): “mirabile all’occhio dell’uomo interiore, mirabile all’occhio di chi crede, spera e ama” (13).
- Il Signore si mostra grande e mirabile nei suoi santi, nei suoi figli: “Mirabilis Deus in sanctis suis! = Dio stupendo – mirabile nei suoi santi!” (14).
- E non si è accontentato di riversare la sua grazia di vita e di amore su Don Rubbi fino a consacrarlo sacerdote, ma ha voluto, attraverso la sua persona e la sua opera, riversare un diluvio di grazie, cioè di doni, su moltissimi uomini e donne del suo tempo e dei nostri tempi.
3 – … al seguito di Gesù…
La seconda impressione che vorrei comunicarvi questa sera, cari fratelli, riguarda le innumerevoli carte che testimoniano l’assidua predicazione del nostro “Preòst sant”: egli parlava spesso del timor di Dio… per richiamare e convertire i peccatori allontanatisi “in regionem dissimilitudinis = nel paese della dissomiglianza” (15): “La lontananza da Dio è essergli dissimili” (16); attirava irresistibilmente al Signore tanti suoi contemporanei, e ravvivava in essi quella immagine di sé che Dio aveva incisa in loro all’atto della creazione e del Battesimo nella redenzione di Gesù.
- Come avveniva per Gesù, così anche per Don Rubbi “sequebatur eum multitudo magna, quia videbant signa quae faciebat super his qui infirmabantur = una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi” (17): infatti, attorno al buon pastore delle nostre contrade, si moltiplicavano conversioni e fatti prodigiosi, guarigioni, opere di misericordiosa carità verso i fragili, gli indigenti, e gli ammalati che venivano a lui da ogni parte.
- Don Rubbi non è più qui da noi di Sorisole in maniera fisica, ma lo è ancora e sempre spiritualmente: il Signore ci dice chiaro che non intende sospendere le elargizioni spirituali di grazie e di favori celesti che fece piovere, un tempo, sulla nostra antica comunità cristiana per opera di quel santo suo ministro: infatti, si rivolge a ciascuno di noi perché siamo, parliamo ed operiamo nella nostra comunità e nelle nostre famiglie come un prolungamento e un’espressione della presenza di Don Rubbi qui a Sorisole: lo diceva e lo raccomandava già S. Agostino ai suoi cristiani: “Non vogliate pensare solamente ai vescovi e ai sacerdoti degni; anche voi, ciascuno a suo modo, potete servire Cristo, vivendo bene, facendo elemosine, facendo conoscere a quanti vi è possibile il suo nome e il suo insegnamento. E così ogni padre di famiglia si senta impegnato, a questo titolo, ad amare i suoi con affetto veramente paterno. Per amore di Cristo e della vita eterna, educhi tutti quei di casa sua, li consigli, li esorti, li corregga, con benevolenza e con autorità. Egli eserciterà così nella sua casa una funzione sacerdotale e in qualche modo episcopale, servendo Cristo per essere con lui in eterno. Molti come voi, infatti, hanno compiuto il supremo sacrificio, offrendo la propria vita. Tanti che non erano né vescovi né chierici, tanti fanciulli e vergini, giovani e anziani, sposi e spose, padri e madri di famiglia, hanno servito il Cristo fino alla suprema testimonianza del sangue; e poiché il Padre onora chi serve il Cristo, hanno ricevuto fulgidissime corone” (18).
- Ecco il “martirio – testimonianza” che richiede Gesù da ciascuno di noi nella luce dell’esempio di Don Rubbi.
4 – … nel segno del servizio a Dio
Il nostro “Preòst sant” ha servito il Signore e i fratelli con amore e per amore: sia, dunque, anche per ciascuno di noi, sacerdoti e genitori di Sorisole, “amoris officium pascere dominicum gregem = impegno di amore pascere il gregge del Signore” (19): “Servire Dio è regnare” (20); “servire non onerari est, sed honorari = servire non è un peso, ma è un onore” (21): insomma, non ci si umilia, ma ci si eleva e ci si nobilita.
- In tal modo, per intercessione della Madonna, di cui Don Rubbi era così devoto e accanto al cui altare riposa, svilupperemo ed incrementeremo la grazia di Dio in noi e nei nostri cari attraverso l’ascolto, la meditazione e la pratica della Parola, mediante i sacramenti, canali della grazia, e con le buone opere, fino alla pienezza della deificazione, della filialità soprannaturale, fino allo stato definitivo indefettibile della Pasqua eterna: la vita di Dio in noi “Proficit in melius vel [et] deficit in deterius = o progredisce verso il meglio, o viene meno nel peggio” (22).
- In tal modo le grazie che ammiriamo e celebriamo in Don Rubbi continueranno a scorrere abbondantemente anche ai nostri giorni.
- Questa sera, con gli occhi rivolti a Don Rubbi, per sua intercessione, supplichiamo il Signore perché ci soccorra in ogni nostra necessità, materiale e spirituale, benedica tutti noi di Sorisole, con speciale attenzione nei confronti dei nostri bambini, di quelli che hanno il cuore ferito, degli angosciati, dei sofferenti e degli infermi.
Amen.
(1) Cfr. per esempio, Esodo 14, 4. 17. 18; ecc.; Matteo 16, 27; ecc.
(2) Cfr. Genesi 1, 26. 27.
(3) Cfr. S. Agostino, Sermones, 368, IV, 4: PL 39, 1654.
(4) 2 Pietro 1, 3 – 4.
(5) Romani 8, 29.
(6) S. Ippolito, La confutazione di tutte le eresie, Cap. 10, 33 – 34: PG 16, 3452 – 3453.
(7) S. Gregorio Nazianzeno, Discorsi, 7 Per il fratello Cesare, 23 – 24: PG 35, 786 – 787.
(8) 1 Corinzi 11, 7.
(9) S. Ireneo, Adversus Haereses, 3, 20, 2: SC 34, 342.
(10) S. Ireneo, Adversus Haereses, Lib. IV, 13, 4 – 14, 1: SC 100, 534 – 540.
(11) Salmo 138, 15. 16.
(12) Salmo 117, 23.(12) Salmo 117, 23.
(13) S. Agostino, Enarrationes in Psalmos 117, 18 [23].
(14) Salmo 67, 36 = Vulgata.
(15) S. Agostino, Confessioni 7, 10, 16: PL 32, 742.
(16) S. Agostino, De Civitate Dei, IX, 17.
(17) Giovanni 6, 2.
(18) S. Agostino, Commento al Vangelo di S. Giovanni, Trattato 51, 13.
(19) S. Agostino, In Iohannis Evangelium Tractatus, 123, Introductio et n. 5: PL 35, 1967.
(20) Cfr. 2 Timoteo 2, 12; Apocalisse 22, 5.
(21) S. Bernardo, Sermones, VII in Psalmum 90, 7: PL 183, 202B; Idem, In obitu Domni Humberti, Monachi: PL 183, 514B; Acta Bollandiana, De S. Bernardo commentarius, auctore Joanne Pinion, III, 31: PL 185, 657C.
(22) Cfr. S. Agostino, De Genesi ad Litteram libri duodecim, L. 7, 2. 3; Idem, De Musica libri sex, L. VI, 4. 7; Idem, De Scriptura sacra speculum, 353.