È con vero piacere che partecipo alla commemorazione del Santo Sacerdote Parroco di Sorisole don Giovanni Antonio Rubbi. Non mi riesce nuovo questo Sacerdote: negli anni 1930/1/2 mi trovavo nel convento dei Padri Cappuccini di Bergamo, per il corso liceale. Una delle mete delle nostre passeggiate settimanali era Sorisole. Il Parroco di allora ci parlava frequentemente del suo predecessore nella cura delle anime cioè del Preòst Sant: ci parlava della sua vita e della fama di Santità che aveva lasciato e della devozione che non solo i fedeli di Sorisole, ma anche dei paesi circonvicini avevano di questo Santo Sacerdote. Più volte ho visitato la Sua tomba e mi sono intrattenuto a pregare.
Sinceramente non pensavo che sarei ritornato a Sorisole: invece eccomi qui con voi, per celebrare il ricordo di don Rubbi, per la sua santità e per il suo zelo, sia in Italia quanto fuori d’Italia. Nel 1933 lasciavo il convento di Bergamo per continuare a Cremona ed a Milano i miei studi sacerdotali; nel 1939 lasciavo l’Italia per la Missione dell’Etiopia e rientravo in Italia nello scorso anno, dopo 31 anni di vita missionaria in Etiopia.
Avevo dimenticata la figura del vostro Santo sacerdote, ma quando il vostro Parroco è venuto ad invitarmi a partecipare a questa celebrazione, ho accettato di cuore l’invito e sono contento di trovarmi in mezzo a voi e con voi celebrare il ricordo di questo Santo Sacerdote ed invocarne la protezione su tutti voi, sui vostri cari, ma anche su di me e sulla mia cara Missione dell’Etiopia, che purtroppo non potrò più raggiungere a causa della salute, che non mi permette più di rientrare in quella terra già santificata dal grande mio Confratello il Cardinal Massaia, dal Beato Giustino de Jacobis e da tanti e tanti altri Missionari.
So che questa sera la figura del Prevosto Santo di Sorisole, don Rubbi, sarà rievocata e ricordata da persone ben preparate a questa commemorazione. Nel ricordo di questo Santo Sacerdote e del tanto bene da lui operato, permettetemi che vi rivolga un solo pensiero sulla necessità di buoni e numerosi sacerdoti ed attuare l’esortazione di Gesù ai suoi discepoli e ascoltatori: “Rogate Dominum messis ut mittat operarios in messem suam”. Oggi la Chiesa scarseggia di sacerdoti: oggi è più che urgente l’invito di Gesù “Rogate Dominum messis ut mittat…”. Il ricordo del bene operato dal Santo Parroco di Sorisole, ci spinga a pregare per l’aumento delle Vocazioni e perché tutti i sacerdoti ricordino la grandezza della loro vocazione e l’abbiano a vivere come l’ha vissuta il santo Parroco di Sorisole don Giovanni Antonio Rubbi.
Grandezza della Vocazione Sacerdotale
Quando Gesù passava per le strade della Palestina, una buona madre gli si avvicinò e presentandogli i suoi due figli lo supplicò: “Signore, questi due miei figli, fa’ che seggano uno alla tua destra ed uno alla tua sinistra nel tuo Regno”. Povera mamma: credeva Gesù un conquistatore, un uomo grande circondato da potenza e da grandezze terrene, e voleva i suoi figli partecipi di questa grandezza. Noi sappiamo che il regno di Gesù non è di questo mondo, ma re di una gloria eterna e immensa: “Regnum meum non est hic!”. Ma oggi sono poche le mamme che offrono i loro figli e pochi sono i figli che si offrono al Signore, per andare a predicare il Vangelo. L’onore di essere scelti e preferiti dal re d’Amore, l’onore immenso di servire Gesù e di darlo agli uomini con la potenza del sacerdozio ed il sacrificio della vita religiosa, non è più oggetto d’ambizione, ma di timore e di disdegno. Il Santo Prevosto di Sorisole, comprese la grandezza della Sua Vocazione: comprese di essere chiamato dal Signore per tutto il programma della sua vita. Visse la sua vita sacerdotale in continua preghiera e nello zelo per la salute delle anime. Non risparmiò sacrifici per assistere i suoi fratelli, per avvicinare i poveri, gli ammalati e gli erranti: per tutti aveva una parola di carità, un suggerimento di bontà. Il Signore benediceva l’opera del Santo suo Sacerdote e numerosissimi erano quelli che accorrevano a Lui, per aver la sua benedizione, per ascoltare la sua parola, per ammirare la sua santità e godere della sua bontà. La sua santità era tutta compendiata nell’abbandono nelle mani di Dio e nel profondo spirito di orazione: pregava sempre per la sua Missione. Ecco il suo insegnamento a noi: “ricordiamoci sempre che siamo chiamati a vivere santamente, perché Dio ci vede”. Preghiamo con fede e con insistenza: il Signore ascolterà le nostre richieste!
Omelia di Monsignor Giangrisostomo Marinoni (Vicario Apostolico di Asmara in Etiopia) del 28 giugno 1971 a Sorisole in occasione della festa patronale di San Pietro.