Nei miei anni trascorsi a Sorisole come vicario parrocchiale, ho avuto l’occasione di accostarmi un po’ alla figura particolare di don Antonio Rubbi, soprattutto attraverso le testimonianze di chi in quel tempo curava l’attenzione alle memorie storiche del paese e della Parrocchia.
Certamente, nel parlare di lui, già si intravedeva la possibilità di riconoscere la santità di questo sacerdote, sia nella vita che nel suo ministero e servizio nella Chiesa.
Ciò che posso personalmente sottolineare è il fatto che chi con entusiasmo aveva compiuto ricerche su di lui, mostrava ammirazione e grande considerazione della sua vita. Ne metteva in luce l’umanità semplice, umile ma al tempo stesso solida e ferma, una profonda fede, caratterizzata dal suo essere in dialogo con Dio nella preghiera e nel praticare i sacramenti, nell’assumere su di sé questa sua fede come servizio a favore dei suoi parrocchiani. Non per niente, don Antonio fu accostato più volte alla figura di un altro sacerdote ormai ben noto e caro a tutti i parroci, come san Giovanni Maria Vianney, Il Santo curato d’Ars.
L’espressione “ol preost sant” che più volte anch’io ho sentito nominare in quel di Sorisole in riferimento a don Rubbi è una conferma chiara di come questo sacerdote è già entrato da tantissimo tempo nella storia della comunità cristiana ma anche nel contesto civile del paese.
Del resto ha rappresentato per i fedeli soprattutto un segno di grande passione e generosità di buon pastore lì dove ha svolto il suo ministero. Credo di interpretare il pensiero di tantissime persone anche oggi nel promuovere un cammino di maggior e miglior conoscenza di don Rubbi per far sì che la Chiesa lo renda modello ed esempio di vita santa e fedele a Dio.
La Parrocchia di Sorisole la quale ha come patrono l’intoccabile San Pietro, ha la possibilità di avere un altro testimone di Gesù, un altro intercessore e protettore non tanto e non solo come motivo di sano orgoglio ma come motivo di grazia e di benedizione da Dio per continuare a rinnovare la propria storia di fede e di tradizione cristiana. La figura di don Rubbi può accompagnare senza presunzione il cammino sacerdotale dei parroci e perché no, suscitare altre e nuove feconde vocazioni maschili o femminili a servizio della Chiesa. Sottolineo anche il fatto che, nonostante “ol preost sant” sia vissuto in un tempo ormai molto lontano da quello attuale, è stato ed è un raggio di luce che illumina la Chiesa e stimolo per crescere nella santità, identità vera a cui ogni cristiano, religioso e non, è chiamato a raggiungere.
Occorre ringraziare il Signore per aver posto in don Antonio Rubbi un seme di santità in particolare per i fedeli di Sorisole ma per coloro che accolgono la bontà di uomini santi.